O la si ama o la si odia. Con Napoli sembra non ci siano mezze misure. Chi la denigra fa riferimento all’annoso problema della spazzatura o alla criminalità, che peraltro è una preoccupazione di tutte le grandi città, o ancora all’abitudine dei napoletani di essere “chiassosi”. Eppure Napoli ha un suo fascino e va assolutamente visitata almeno una volta nella vita. Per il piacere di perdersi nei suoi vicoletti – e poi trovare una persona desiderosa di aiutarti a ritrovare la strada – per le sue ottime pasticcerie e per le numerose chiese che si incontrano ad ogni angolo del centro storico.
Noi iniziamo il nostro tour proprio da una pasticceria, Augustus, nella centralissima via Toledo a pochi passi dal nostro Bed & breakfast, Soriano 44 (economico e in posizione centralissima, ma sconsigliato se avete il sonno leggero, le pareti interne sono molto sottili e si sentono tutti i rumori dalla strada). Qui naturalmente assaggiamo le immancabili sfogliatelle, ricce o lisce, a seconda dei gusti. Un’altra pasticceria che ci è stata consigliata ma non abbiamo provato è La sfogliatella Mary, anche questa su Via Toledo.
Proseguendo attraversiamo la galleria Umberto I – praticamente identica alla galleria Vittorio Emanuele di Milano – e passiamo davanti al Teatro San Carlo e da lì arriviamo in Piazza del Plebiscito, dove sorge la famosissima basilica di San Francesco Di Paola – l’interno è molto bello, vale la pena di visitarla – e soprattutto il Palazzo Reale, visitabile al costo di appena 4 euro, con audioguida inclusa. Tra l’altro proprio qui apprendiamo che la basilica è stata costruita da Ferdinando I Re delle due Sicilie come ex voto. Molto bella è la sala del teatro in stile rococò, dove, tra l’altro, ancora oggi si tengono convegni e conferenze di rilievo.
Per cena ci fermiamo alla trattoria e pizzeria Antica Capri, un ottimo ristorante nei Quartieri Spagnoli. Sappiate che i locali più famosi di Napoli sono sempre strapieni, soprattutto durante il week end, ed è buona norma prenotare con anticipo. Noi siamo fortunati, perché veniamo accolti poco prima delle 19, pur non avendo prenotato. Una buona idea può essere proprio quella di pranzare e cenare sul presto, quando i locali non sono troppo affollati. Qui mangiamo un’ottima pasta e fagioli posta in una ciotola e ricoperta da una pizza non condita. Il piatto forte del ristorante, da provare assolutamente. Poi proseguiamo con pesce spada e gamberone e, alla fine, ci viene offerto un bicchierino di limoncello locale. Il tutto per la modica cifra di 45 euro.
Il giorno dopo il tempo è incerto, ma abbiamo ancora tanto da vedere e non ci facciamo abbattere. Iniziamo dalla meravigliosa Cappella Sansevero, a dieci minuti a piedi dal nostro Bed & breakfast. Il biglietto d’entrata costa 7 euro. La cappella fu fondata alla fine del Cinquecento e poi reinventata negli anni Quaranta del 700 dal principe di Sansevero, Raimondo di Sangro, mecenate, inventore, editore nonché Gran Maestro della Massoneria del Regno di Napoli. Il capolavoro contenuto al suo interno è innanzitutto il Cristo Velato di Giuseppe Sanmartino (di cui il principe disse che era “fatto con tanta arte da lasciare stupiti i più abili osservatori”), ma anche le statue che adornano l’intera cappella e il bellissimo affresco della volta, Gloria del Paradiso. Qui sono anche conservate le macchine anatomiche, due corpi umani che mostrano, al loro interno, l’apparato cardiocircolatorio – ricostruito con maestria con cera d’api e coloranti e perfettamente conservato nel corso dei secoli
Da qui proseguiamo e visitiamo il Duomo di Santa Maria Assunta (San Gennaro), edificato da Carlo D’Angiò intorno al 1200 e poi sottoposto ad interventi successivi nel corso del 700 e 800. Qui si trova la famosa cappella del tesoro di San Gennaro, capolavoro dell’arte barocca a Napoli, costruita come ex voto per la liberazione dalla peste.
Proseguiamo il nostro tour del centro storico e visitiamo le chiese di San Paolo Maggiore e San Lorenzo Maggiore. La Chiesa di San Domenico Maggiore, poco distante, ha una particolarità: l’entrata principale, quella che dà sul decumano inferiore, anche detto Spaccanapoli, porta direttamente nei pressi dell’altare, un’esperienza da evitare durante le celebrazioni! Qui si trovavano dipinti di Raffaello (La Madonna del Pesce), Tiziano e Caravaggio (La flagellazione), attualmente custoditi nei musei.
Per pranzo optiamo per un ristorante vegetariano, Un sorriso integrale, della catena Amico Bio. Qui mangiamo un’ottima zuppa di fagioli e il seitan alla veneziana. Imperdibile il soufflé al cioccolato piccante.
Il pomeriggio lo dedichiamo tutto al Museo di Capodimonte: per arrivarci si può prendere l’autobus R4 da Piazza Dante che, in 5 fermate appena, consente di arrivare nei pressi del Museo. Qui sono custoditi alcuni dipinti di Vasari, Raffaello, Tiziano (Danae), Masaccio (la famosissima Crocifissione), Botticelli, Caravaggio (La flagellazione di Cristo) e Artemisia Gentileschi. Da visitare la sezione Ottocento a Capodimonte, che comprende un edificio con arredi, dipinti e tende d’epoca.
Naturalmente Napoli è anche sinonimo di pizza e dunque decidiamo di concederci una bella margherita, da Di Matteo, una pizzeria molto economica in via dei Tribunali. In alternativa si può andare da Sorbillo o da Brandi, in Piazza Trieste e Trento, vicino Piazza del Plebiscito. Anche in questo caso è consigliatissima la prenotazione.
Per l’ultimo giorno a Napoli decidiamo di tornare nel centro storico, per una passeggiata in San Gregorio Armeno, la via dei presepi napoletani. Visitiamo la Chiesa del Gesù Nuovo, una delle chiese più belle e ricche di Napoli: qui si trova la tomba di San Giuseppe Moscati, un medico nato alla fine del XIX secolo, proclamato Santo nel 1987 da Papa Giovanni Paolo II. Decidiamo di spostarci sul lungomare, complice la bella giornata di sole, percorriamo nuovamente Via Toledo e raggiungiamo il Lungomare Nazario Sauro. La nostra idea è quella di pranzare in uno dei ristoranti della zona, ma ci ricrediamo immediatamente: sono più che altro posti turistici e molto costosi.
E così, torniamo ad addentrarci nei vicoli del centro storico e decidiamo di fermarci al Cucciolo Bohémien, in Vico Berio, traversa di Via Toledo. Spendiamo appena 40 euro per due primi a base di pesce e due secondi (ottimo il pesce spada marinato al limone). Il resto del pomeriggio lo dedichiamo al Museo Archeologico: bella la collezione Egizia e quella dedicata ai reperti recuperati durante gli scavi pompeiani, tra cui spiccano i mosaici della Casa del Fauno.