Il gambling in Italia

Il giro del mondo del Gambling: Italia nella top 10 dei paesi più spendaccioni

L’Italia è il secondo Paese europeo e il settimo al mondo per numero di soldi persi attraverso il Gambling. È questo quanto emerge da una ricerca pubblicata su Testimonianze.org. In media gli italiani perdono 490 dollari l’anno. Siamo lontani dal primato dell’Australia (1.171 dollari annui), ma siamo davanti a nazioni come Inghilterra, Germania, Giappone, Canada, ovvero Paesi con un reddito pro capite di molto superiore.

Secondo l’ultimo sondaggio dell’Economist gli italiani perdono ogni anno circa 24 miliardi di euro in scommesse sportive, videopoker, «gratta e vinci» e gioco del lotto.

Perché gli italiani spendono tanto? Recenti studi hanno dimostrato che il gambling è un “piacere per chi non ha altri piaceri”. Detto in altri termini, si vede nel gioco una valvola di gioco verso le frustrazioni della vita quotidiana. A rovinare gli italiani sono soprattutto le slot machine. Gli habitué delle macchinette sono 700.000. Queste ultime rappresentano il 56% del mercato del gioco d’azzardo.

Anche su internet le slot sono ricercatissime. Quelle gratis sono la tipologia di gioco gratuito da casinò più ricercato su Google con 55.000 risultati, seguono la roulette con 3.500, il videopoker con 2.000 e il blackjack con 500. Attualmente sono 420.000 gli apparecchi da gioco con vincita in denaro. Di questi, 380.000 sono le macchinette che vediamo nei bar, le cosiddette “new slot” .

Il gioco d’azzardo cresce soprattutto tra i giovani. Attualmente, la fascia di giocatori più accanita è quella che va dai 25 ai 34 anni, ma è in netta crescita quella dei giovani (18-24).  In Italia, infatti, cresce sempre più il numero di ragazzi che scommette o gioca d’azzardo. Sono circa 1 milione quelli che riferiscono di aver scommesso somme di denaro almeno una volta negli ultimi dodici mesi.

E dal 2014 al 2015 la loro percentuale è salita dal 39% al 42%, con un 7% che riferisce di giocare 4 o più volte alla settimana. Tra i giovanissimi, invece, ovvero gli Under 16) va di  moda scommettere sul web. Attualmente sono 240.000 i ragazzini che affermano di scommettere almeno una volta alla settimana.

Non è un caso che stiano aumentando a dismisura i centri di recupero per chi è affetto dalla malattia del gioco. Al Policlinico Gemelli, all’inizio di quest’anno, è nato il centro pediatrico per la cura della dipendenza da web. Si tratta di una struttura pensata apposta per chi non riesce a staccarsi dal tablet o dallo smartphone per giocare.

Va sottolineato come il gambling non abbia incidenza solo nelle tasche degli italiani, ma anche nei rapporti interpersonali. Secondo un recente studio svolto dall’AMI (Avvocati Matrimonialisti Italiani) il gioco patologico è responsabile del 10% dei divorzi in Italia. La ludopatia, infatti, porta il soggetto che ne è colpito a intaccare anche il patrimonio famigliare, portando inevitabilmente alla rottura della coppia.

La Ludopatia è diventata una piaga sociale da debellare a tutti i costi. Per questo crescono le iniziative a questo riguardo, anche da parte di Enti Regionali e Statali. Cercare di educare prima di tutto i giovani a non buttare soldi e tempo è una questione prioritaria che va centrata quanto prima.