Natale a Roma

Quattro giorni nella città eterna, bellissima e suggestiva nell’atmosfera natalizia di mercatini e luminarie

Quest’anno abbiamo deciso di trascorrere un Natale diverso dal solito e, così, abbiamo optato per Roma, la città caput mundi. Arriviamo alla stazione di Roma Termini e ci mettiamo subito in marcia per raggiungere il nostro hotel, Impero, in via del Viminale a pochi minuti a piedi dalla stazione ferroviaria. È uno dei migliori per rapporto qualità-prezzo (abbiamo speso poco più di 120 euro a testa per tre notti), le camere sono ampie e spaziose e la posizione è ottimale per poter visitare comodamente, anche a piedi, il centro della città. Non è la nostra prima volta a Roma, anzi possiamo dire ormai di conoscerla abbastanza bene, e quindi nei prossimi tre giorni ci dedicheremo soprattutto a mostre e musei, senza dimenticare naturalmente l’atmosfera natalizia di mercatini e negozi.

Dopo aver mangiato alla Fontana del Viminale, una trattoria a due passi dal nostro Hotel (da provare gli spaghetti alla puttanesca), ci incamminiamo lungo via Nazionale – una delle strade principali di Roma, ricca di negozi e locali – strada che collega Piazza della Repubblica (qui si trova un cinema multisala, molto utile per “riposarsi” un po’ dalle lunghe passeggiate quotidiane o in caso di pioggia e maltempo) a Piazza Venezia, dove si trova il Vittoriano.

Su Via Nazionale prendetevi qualche minuto di tempo per visitare la Chiesa anglicana di San Paolo entro le mura. se siete fortunati potrete anche prendere parte ai concerti di Capodanno (a pagamento).

Proseguiamo su via delle quattro fontane (che, purtroppo, sono in ristrutturazione) e poi continuiamo su via Sistina per arrivare così sulla sommità di Trinità dei Monti (anche questa, purtroppo, in ristrutturazione). Scendiamo lungo la famosissima scalinata, ammiriamo il Presepe e proseguiamo fino ad arrivare a Piazza di Spagna, dove si trova la celeberrima Barcaccia. Qui, l’atmosfera natalizia si sente eccome: lungo le strade principali ci sono luminarie di ogni tipo (su via Frattina ci sono dei simpatici abeti addobbati a festa, mentre in via del Corso è possibile ammirare bandiere luminose che richiamano agli Stati del mondo).

Proseguiamo il nostro giro di “esplorazione” in via Condotti e poi riprendiamo via del Corso fino ad arrivare a Palazzo Chigi e, dirimpetto, alla Galleria Alberto Sordi, ricca di negozi e bar.

Trascorriamo la sera della Vigilia in un ristorante su via Torino, Cotto, dove mangiamo un primo e un dolce a testa, spendendo davvero poco.

È Natale e non possiamo proprio fare a meno di andare a visitare la Basilica di San Pietro. La fila per entrare è davvero lunga ma, fortunatamente, si smaltisce abbastanza in fretta: tutta “colpa” del metal detector all’ingresso (e pensare che c’era qualcuno che voleva introdursi in Chiesa con un paio di forbici da cucina al seguito, prontamente requisite!). L’atmosfera natalizia si sente tutta – e non potrebbe essere altrimenti: nella scenografica piazza troneggia un gigantesco albero di Natale affiancato da un Presepe.

Dopo aver visitato l’interno della Basilica – immancabile una sosta davanti alla Pietà di Michelangelo e alle tombe dei Papi – ci incamminiamo lungo via Cola di Rienzo per raggiungere Piazza del Popolo, prossima tappa del nostro tour. Nelle sale del Bramante è in corso la mostra 100 presepi, provenienti da tutto il mondo e realizzati con i materiali più diversi (costo del biglietto intero, 8 euro). I più curiosi? Decisamente il presepe realizzato con stringhe, lacci e calzascarpe oppure quelli di foglie di mais o di banano. Il più piccolo è realizzato all’interno di una lumachina di mare (un altro all’interno di una vongola!), con i personaggi fatti di fili di rame e perline colorate. Molto suggestivi anche il Presepe ambientato allo Squero di San Trovaso a Venezia (il porticciolo dove avviene la riparazione delle imbarcazioni), quello all’interno di un casco da motociclista oppure il Presepe, molto originale, con i personaggi realizzati con uova di quaglia e piume di fagiano.

Terminata la visita, prendiamo la navetta gratuita (Free RomaPass) che fa capolinea proprio in Piazza del Popolo e, in circa venti minuti, ci porta nei pressi di Via del Tritone dove l’idea è quella di lanciare una monetina nella fontana di Trevi.

Purtroppo, non riusciamo a farlo poiché la Fontana è in ristrutturazione e la facciata è quasi completamente ricoperta da impalcature. Ci consoliamo con un cannolo siciliano alla Pasticceria Don Nino, a quattro passi da via del Tritone. Si tratta di una catena di pasticcerie artigianali dove poter gustare dolci di ogni tipo (cassate, muffin, tiramisù, sfogliatelle e molto altro). Cercate il punto vendita a voi più vicino, non ve ne pentirete!

Il pomeriggio lo dedichiamo alla mostra di un artista americano, Norman Rockwell, all’interno di Palazzo Sciarra, nei pressi di via del Corso. Spendiamo circa 10 euro a testa, con audioguida inclusa, e trascorriamo più di un’ora letteralmente rapiti dalla bellezza dei quadri e delle illustrazioni di questo artista novecentesco. Conclusa la visita, ci dirigiamo verso il Pantheon e poi verso Piazza Navona. Qui ci sarebbe dovuto essere il mercatino di Natale ma, a causa di problemi organizzativi, in realtà troviamo solo le classiche bancarelle da luna park, più adatte a famiglie con bambini. Dopo aver visitato anche la Chiesa di Sant’Agnese in Agone – che si trova proprio dirimpetto alla fontana del Bernini – passiamo la serata al Barroccio, uno dei ristoranti a nostro parere più buoni e genuini di Roma. Potete andare indifferentemente al Barroccio o al Faciolaro (la gestione è la stessa), si trovano dirimpetto in via dei Pastini. Le specialità sono, appunto, a base di fagioli. Consigliatissimi i fagioli all’uccelletto o la classica pasta e fagioli.

La mattina seguente, giorno di Santo Stefano, prendiamo la metro rossa verso Anagnina e scendiamo a Cinecittà (circa 20 minuti dalla fermata Repubblica – Teatro dell’Opera). Spendiamo poco più di 10 euro a testa per una visita guidata dei set esterni e di due palazzine dedicate a Fellini e alla cinematografia. Entriamo anche all’interno di uno dei teatri di posa, dove vengono allestiti gli interni e dove si registrano le trasmissioni televisive. Il primo set che visitiamo, che è anche uno dei più “antichi”, è quello allestito per la realizzazione del film di Martin Scorsese, Gangs of New York. Le facciate degli edifici, ci spiega la guida, sono costruite in legno e vetroresina e interamente dipinte a mano. La guida ci fa notare la “stratificazione” degli interventi di adattamento del set (perché, per quanto possibile, si tende a riutilizzare e riciclare il materiale) e, così, l’ambientazione di New York viene contaminata da insegne in italiano o in francese. Basta un piccolo dettaglio, come una scritta, per rendere più verosimile un’ambientazione.

Il secondo set, che occupa una superficie di ben 2 ettari, è la rappresentazione più o meno fedele di un Foro Romano. Anche in questo caso, è tutto realizzato in vetroresina e legno, su uno scheletro di tubi metallici. Questo luogo, per dirla con Federico Fellini, “è uno spazio da riempire, un mondo da creare” e se si pensa che, dal 1937, anno d’inaugurazione di Cinecittà, sono stati realizzati più di 3000 film è facile capire come, nel 90% dei casi, i set vengano smantellati al termine delle riprese.

Dopo aver passeggiato tra i viali di Poggio Fiorito, ambientazione della fiction della RAI Un medico in famiglia, riprendiamo la metro rossa e scendiamo alla fermata Spagna. La prossima tappa è il Chiostro del Bramante, sede della mostra dedicata ad Escher, l’incisore olandese famoso per le sue illusioni ottiche e distorsioni percettive. C’è da attendere in fila per circa 45 minuti (attesa che inganniamo andando a turno in caffetteria e al bookshop) ma ne vale davvero la pena.

Se vi trovate nei pressi del Pantheon, non potete proprio fare a meno di entrare nella Chiesa di San Luigi dei Francesi: qui sono custodite tre quadri di Caravaggio (La vocazione di San Matteo, San Matteo e l’Angelo e Il martirio di San Matteo), realizzati sul finire del XVI secolo. La fame si fa sentire e, così, torniamo alla nostra pasticceria preferita, Don Nino, per uno spuntino veloce prima della cena.

È il nostro ultimo giorno a Roma e abbiamo ancora qualche ora di tempo prima di far ritorno a casa. Stavolta andiamo a visitare Palazzo Barberini, sede del museo nazionale di arte antica. Qui sono custoditi numerosi dipinti dal Trecento al Settecento, capolavori di Raffaello, Tiziano, Bernini, Filippo Lippi e Canaletto. Grazie ad una visita guidata gratuita, approfondiamo la storia legata ad un quadro attribuito a Guido Reni, Beatrice Cenci, una ragazza giudicata colpevole di patricidio e giustiziata nella pubblica piazza.

Imperdibili la Fornarina di Raffaello e soprattutto il salone di Pietro da Cortona, il cui maestoso affresco intendeva celebrare la vittoria della pace, della castità e della religione ortodossa.

Terminata la visita, troviamo anche il tempo di visitare la Chiesa di San Carlino alle quattro fontane – con il celebre chiostro del Borromini e, da qui, ci spostiamo in zona Quirinale, prima di pranzare alle Terme di Diocleziano, un bel ristorante proprio a due passi dal nostro hotel.