Nella meravigliosa isola, alla scoperta di spiagge incantevoli e panorami da favola.
Il nostro viaggio inizia all’alba, diretti all’aeroporto di Orio al Serio. Abbiamo prenotato il volo due mesi prima, per essere sicuri di usufruire delle tariffe migliori (il volo A/R è costato circa 115 euro a testa) e lo stesso abbiamo fatto per l’hotel (abbiamo optato per Aparthotel Playa Veril, una scelta davvero azzeccata).
Al momento della prenotazione del volo scegliamo anche l’auto che, difatti, ci attende puntuale all’uscita dell’aeroporto. Abbiamo scelto di soggiornare nella zona meridionale dell’isola – perché la più tranquilla dal punto di vista meteorologico e più turistica. In effetti la zona di Maspalomas è decisamente votata al turismo. Ce ne accorgiamo immediatamente quando, dopo aver lasciato le valigie in hotel, usciamo per una passeggiata e una prima perlustrazione del luogo.
L’hotel si trova in una posizione ideale, a pochi passi da Playa del Veril e dal Paseo Maritimo, un lungo viale che costeggia il mare. Qui si trovano un gran numero di locali, bar, ristoranti, negozi di ogni tipo, raggruppati per lo più in piccoli centri commerciali (alcuni di questi interrati, per sfruttare tutto lo spazio possibile). Costeggiamo la spiaggia del Veril e arriviamo fino a Playa del Ingles, decidendo di fermarci in uno dei centri commerciali che offrono la tipica cucina spagnola. Scegliamo il ristorante L’Opera, dove gustiamo finalmente la nostra prima paella di mare (“pescado” è il pesce, mentre “marisco” sta per frutti di mare).
Il tempo non è dei migliori – il cielo è piuttosto nuvoloso, ma fa molto caldo – e dunque decidiamo che è giunta l’ora del nostro primo bagno. Dopo una breve sosta in hotel – dove troviamo anche il tempo di collaudare i materassi – andiamo a Playa del Veril e ci fermiamo lì fino al pomeriggio inoltrato. Nonostante il sole faccia capolino soltanto di rado, il giorno dopo alcuni di noi scopriranno di essersi già scottati…
Trascorriamo la serata al Rancho, un ristorante tipico che si trova anch’esso nei pressi del centro commerciale di Playa del Veril, a poca distanza da L’Opera. Qui, la specialità della casa sono i piatti a base di carne, ma in menu non mancano mai le pietanze di pesce e vegetariane.
Il cielo è nuvoloso anche il giorno successivo, quando già pregustiamo una ricca colazione in hotel. Purtroppo, la stagione non è ancora avviata e il bar per la colazione è chiuso. Decidiamo allora, su consiglio dell’addetta alla reception, di andare in un bar vicino (il bar della piscina di un’altra struttura ricettiva). Peccato che non ci siano cornetti e brioche ma solo bevande calde o fredde e gelati. Ci ripromettiamo, allora, di fare la spesa al market del nostro hotel così da fare colazione comodamente in camera risparmiando anche qualche soldino.
Trascorriamo la mattinata in Playa del Veril e, per pranzo, scegliamo tra uno dei tanti locali del lungomare, che ci accorgiamo essere più economici rispetto a quelli del giorno prima. Andiamo così al Gorro Blanco, dove spendiamo 12 euro a testa per un piatto unico, acqua e caffè. Per il pomeriggio è prevista la prima escursione fuori città: optiamo per Puerto de Las Nieves, una piccola cittadina situata nel nord dell’isola (vicino ad Agaete, importante porto di Gran Canaria, da dove è possibile salpare per le isole vicine). Parcheggiamo nei pressi del lungomare dove sono disposti ordinatamente tanti piccoli attrezzi ginnici per allenarsi in riva al mare. Ci giochiamo un po’ e poi facciamo una passeggiata all’interno del piccolo borgo, caratterizzato da case bianche e azzurre e un ritmo di vita decisamente più soft, rispetto alla zona di Maspalomas.
Qui il vento spira decisamente più forte rispetto all’area meridionale dell’isola, a causa della sua conformazione e posizione nel bel mezzo dell’Oceano. Probabilmente anche per questo motivo, Puerto de Las Nieves è un’ottima destinazione per staccare la spina e respirare un po’ di aria buona, complice anche la brezza marina che qui non manca mai. La cittadina è poi nota per il Dedo de Dios, una conformazione rocciosa che evidentemente ricordava il dito di Dio, puntato verso il cielo. Usiamo il passato in quanto, come scopriamo ben presto, lo spuntone di roccia è andato distrutto nel 2005. Complice la bella atmosfera rilassata e piacevole, decidiamo di fermarci a cena a Puerto de Las Nieves, in un locale con vista sul porto. Mentre assistiamo alle operazioni di pulizia delle reti, al ristorante Cofradia de pescadores gustiamo un’ottima paella e una grigliata mista di pesce, spendendo circa 20 euro a testa.
Il giorno successivo, il sole splende in alto nel cielo. Prendiamo l’auto e ci dirigiamo verso le Dune di Maspalomas scegliendo di parcheggiare alla fine di Playa del Ingles, in uno dei parcheggi a disposizione sul lungomare. Le dune, anche di giorno, sono spettacolari e soprattutto molto estese. Impossibile attraversarle per cercare di raggiungere la Playa, quindi dopo aver percorso uno dei sentieri panoramici e scattato qualche foto decidiamo di raggiungere la spiaggia di Puerto Rico, a circa mezz’ora d’auto di distanza. Anche questa è una zona prettamente turistica, ricca di hotel, villette e ristoranti, dislocati anche nelle immediate vicinanze della spiaggia, in alcuni casi a picco sul mare. La spiaggia, però, non ci soddisfa pienamente: è piccola e vicina ad un piccolo porticciolo, per fortuna non molto utilizzato. Dal punto di vista delle spiagge, probabilmente ci saremmo aspettati qualcosa di più: le spiagge migliori, con acqua pulita, sono quelle molto ampie (come Playa del Ingles e Maspalomas), mentre quelle piccole e chiuse – soprattutto se vicino al porto – sono generalmente da evitare.
A Puerto Rico, comunque, riusciamo a fare un paio di bagni prima che, nel pomeriggio, l’acqua si sporchi quasi irrimediabilmente. Piccola nota sui prezzi di lettino e ombrellone: i costi generalmente sono molto più bassi rispetto a quelli delle spiagge italiane. Durante il soggiorno sull’isola non abbiamo mai speso più di 11 euro per il noleggio giornaliero di due lettini e un ombrellone. Oltretutto, arrivando in spiaggia nel pomeriggio inoltrato, è probabile che si riesca ad evitare del tutto il pagamento. Dopo un pranzo a base di gelati e un ultimo veloce bagno decidiamo di fare rientro e sfruttare un po’ la piscina dell’hotel. In effetti, sull’isola le piscine sono molto numerose e, soprattutto molto vicine al mare (impensabile in Italia). Qui, l’acqua del mare è mediamente più fredda (dopotutto si tratta dell’Oceano Atlantico), e così la piscina diventa un ottimo compromesso per famiglie con bambini che, in questo modo, possono anche godere dei bei panorami delle spiagge vicine.
Alle 19.30 abbiamo prenotato un Escape Game nella città di Maspalomas, presso il Parapark. Si tratta di un live game dove bisogna cercare di fuggire da un ambiente costituito da un certo numero di stanze raccogliendo gli indizi sparsi in giro e cercando le combinazioni e le chiavi giuste. Non possiamo rivelarvi di più, se non che è un’esperienza davvero bella da fare almeno una volta nella vita!
Per cena torniamo in uno dei ristoranti sul lungomare, nei pressi di Playa del Ingles.
Questa volta optiamo per La ciudadela, un ottimo locale – molto economico – dove mangiamo paella e gambas al ajillo.
La mattina dopo ci rimettiamo in marcia verso Puerto de Mogan, la Venezia di Gran Canaria. In effetti, i canali e i ponticelli potrebbero ricordare le atmosfere della laguna nostrana, anche se il paragone è decisamente azzardato. Impensabile visitare la città senza fare un giro nel Yellow Submarine, un sottomarino che consente di immergersi a 20-25 metri di profondità per ammirare pesci, relitti di navi e perfino dei sub! Il costo forse è un po’ eccessivo (circa 30 euro a testa), ma si tratta di un’esperienza interessante soprattutto se non si ha mai avuto la possibilità di effettuare immersioni con tuta e bombola.
Dopo un breve giro in paese, scegliamo un locale vicino alla spiaggia, dove optiamo per un menu fisso a base di gazpacho (molto rinfrescante), tonno alla piastra e budino al caramello. La prossima tappa è Taurito a pochi chilometri da Mogan, situato sempre sulla costa occidentale dell’isola. Qui troviamo un enorme hotel sulla spiaggia, con un ampio parco acquatico e una piscina, riservati ovviamente agli ospiti dell’albergo. La struttura è davvero immensa e soprattutto un po’ fuori luogo, situata com’è a pochissima distanza dalla spiaggia. Qui, per fortuna, riusciamo ad evitare il pagamento dei lettini, visto che dopo meno di un’ora decidiamo di proseguire perché l’acqua è sporca e molto poco invitante.
Decidiamo di tentare nuovamente la fortuna con la spiaggia di Maspalomas, questa volta parcheggiando dalla parte opposta, nei pressi di Playa de las mujeres. Arriviamo verso le 16 e, anche questa volta, nessuno viene a riscuotere il pagamento. La spiaggia è molto ampia e approfittiamo a lungo del mare, visto che si tratta dei nostri ultimi bagni sull’isola.
Per cena optiamo per Little Brasil, dove è possibile fare scorpacciata di carne grazie alla formula all you can eat. Le nostre cene sono quasi sempre innaffiate da dell’ottima cerveza (la Tropical va molto in queste zone) e sangria, nelle sue infinite varianti (da provare quella alla brasiliana, con l’aggiunta di rum).
La mattina seguente, ultimo giorno di permanenza sull’isola, ci dirigiamo verso la parte settentrionale di Gran Canaria. La prima tappa è la fabbrica del rum di Arucas, a circa un’ora dalla nostra base. La visita guidata, in realtà, è molto frettolosa (c’è da dire che non abbiamo dovuto pagare nulla), ma il momento della degustazione di vari tipi di rum (al limone, al cioccolato, al miele e così via) non ci fa pentire della leggera deviazione.
Proseguiamo il tour verso Las Palmas de Gran Canaria, la capitale dell’isola, dove visitiamo subito la Casa Museo dedicata a Cristoforo Colombo che, durante i suoi viaggi verso le Americhe, amava fare tappa proprio qui, nelle isole Canarie. Chi ama fare shopping non potrà fare a meno di passeggiare lungo viale Triana, un’isola pedonale ricca di negozi, locali e bar. Prima di andar via, e trascorrere a Maspalomas le ultime ore prima della partenza la mattina successiva, visitiamo anche Jardin Canario, un enorme parco dove ammiriamo, tra le tante piante, la Palma Canaria, simbolo dell’arcipelago e delle sette isole.